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Description: | |
BIAGIO D'ANTONIO (Firenze, att. c. 1445-1510) Madonna col Bambino in trono in un interno con bifora e due piccoli angeli Olio su tavola, 28,8 x 24,4 cm Provenienza: Alfonso Castellani, Faenza, fino al 1940 c. Collezione Bothenwieser, New York, fino al 1944 Fifth Avenue Bank of New York Executors, Parke-Bernet, New York, 25 May 1944, lot 73 Collezione Paula de Koeningsberg, Buenos Aires, 1944 Provenienza: Montevideo, Salòn Nacional de Bellas Artes, “Obras de Arte Europeas del Siglo XII al XIX”, 1945 Buenos Aires, Museo Municipal de Arte Hispanoamericano Isaac Fernandez Blanco, “Exposición de Arte Gótico”, 1947 Personalità artistica assai feconda, Biagio d'Antonio, operò come pittore indipendente in Faenza fra il 1476 ed il 1505 sotto i Manfredi, rappresentando il migliore esempio, a detta dello stesso Lorenzo il Magnifico, di autore fiorentino ideale per esportare fuori dai confini della Toscana il modello culturale lì nato e sviluppatosi. L’opera giovanile di Biagio è contraddistinta dagli spiccati caratteri lippeschi e soprattutto verrocchieschi. Decisivi sono il viaggio a Roma nel 1481-1482 e la collaborazione al ciclo degli affreschi della Cappella Sistina dove può assorbire la spazialità e la vena di Cosimo Rosselli e di Domenico Ghirlandaio. Ed è proprio da costui che riprende la struttura dei corpi e i tipi facciali che ripropone in chiave personale nelle proprie opere. Nell’ambito della bottega del Ghirlandaio collabora, con Bartolomeo di Giovanni e Pietro del Donzello, al ciclo con le Storie degli Argonauti commissionato nel 1487 da Giovanni Tornabuoni in occasione del matrimonio del figlio Lorenzo. Biagio d’Antonio predilige i colori luminosi e cristallini, i particolari, gli ambienti ed il paesaggio di derivazione prevalentemente nord europea anche se gli studiosi sono incerti sulle modalità in cui sia venuto a contatto con la pittura fiamminga e tedesca. Di lui si tramandano molti soggetti religiosi, specialmente raffigurazioni di Madonne col Bambino ed alcune interessanti rappresentazioni mitologiche. La piccola tavola in questione era stata attribuita da Calzi per primo a Giovan Battista Utili e sotto tale nome è stata mantenuta dal medesimo e da Messeri, da De Francovich, Buscaroli e van Marle[1]. Grifoni nel 1935 per primo individua nell’opera la mano dei Biagio d’Antonio. Essa fu esposta dunque con il corretto nome nella mostra di Buenos Aires del 1945, il cui catalogo riporta l’opinione concorde di Steen e di Suida. Le successive pubblicazioni dell’opera ripropongono in modo concorde l’opera come eseguita da Biagio d’Antonio. Questa solenne immagine di devozione privata, ricca di elementi decorativi, come le bifore ed altri elementi architettonici è stata riportata al suo originario aspetto grazie alla recente pulitura che ha messo in luce le ottime condizioni e alcuni interessanti particolari che si credevano essere perduti in base alle pessime riproduzioni fotografiche esistenti dell’opera sulla base delle quali era stato effettuato un primo giudizio[2]. Sugli allungamenti fisionomici del volto della Vergine tipici del Botticelli, che ritroviamo anche nella tempera raffigurante la Vergine col Bambino ed un vaso di gigli della Hugh Lane Municipal Gallery of Modern Art di Dublino, e la Madonna col Bambino in trono adorata da due viandanti, proveniente dall’oratorio di San Niccolò del Ceppo, uniti ad una certa irrequietezza di segno appresa da Fra’ Filippo Lippi, si può ipotizzare una cronologia a cavallo tra la fine degli anni Ottanta ed i primi del decennio successivo, anni della maturità del nostro pittore preludio delle sperimentazioni stilistiche e incroci di stile degli anni successivi. |
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Exposant: Moretti Galleria d’Arte | |
Title:
BIAGIO D'ANTONIO
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Catégorie:
Peintures - Italiennes
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Epoque: 1400 - 1500 | Prix: |
N° 683
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